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Dalla crisi energetica se ne esce rallentando la corsa alla transizione forzata e realizzare l’economia circolare

La crisi energetica che stiamo vivendo è frutto di speculazione ma soprattutto di errate valutazioni e scelte strategiche manageriali del settore a livello globale incapaci di frenarle.

La crisi energetica che stiamo vivendo è frutto di speculazione ma soprattutto di errate valutazioni e scelte strategiche manageriali del settore a livello globale incapaci di frenarle. Da tempo, si è smesso di investire nelle ricerche minerarie puntando sull’energia Green che realizza ampi profitti nella Borsa ma ha scarsi risultati riguardo i fabbisogni energetici mondiali. Ma poco importa al management del “just in time” e di chi li sostiene.

Secondo la società di mercati finanziari, Morningstar, sono 139 miliardi di dollari gli investimenti affluiti nelle società che producono energia rinnovabile o investiti nella transizione energetica, nel secondo trimestre del 2021. Di questi, 112 miliardi di dollari provengono dall’Europa!

Il mondo Green, nel mese di giugno, valeva 2243 miliardi di dollari, più del PIL italiano 1,886 miliardi di dollari nel 2020 mentre per il secondo trimestre del 2021
si è attestato a 414 miliardi!

Questi numeri ci indicano come sia anche difficile, per qualsiasi manager, non tenere conto di queste dinamiche se poi anche “ricompensati” dalle società di appartenenza con laute concessioni incentivanti.

Tuttavia, con l’interruzione delle filiere energetiche, a causa della pandemia e l’errore di interrompere lo stoccaggio delle materie prime sono state scelte fatali per l’economia.

Infatti il prezzo del petrolio viaggia a quota 80 dollari, il gas naturale è passato in un anno da 2,5 dollari al metro cubo a circa 6 dollari, il carbone è passato da 50 a circa 220 dollari a tonnellata e con i livelli di stoccaggio paurosamente bassi la situazione certamente non migliorerà a breve e nel breve termine vivremo momenti molto duri con possibili gravi ripercussioni sull’automotive, il vero motore dell’industria continentale, già in criticità per la mancanza dei microchip.

Siamo tutti concordi che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l’Europa e il mondo intero. Pertanto ben vengano politiche energetiche, climatiche, di trasporto orientate verso un uso delle risorse Green ma per superare queste sfide è necessario essere molto più realistici che “filosofi e visionari”.

Il Green Deal europeo ha l’obbiettivo, entro il 2050, di trasformare l’UE in un’economia moderna. Questa dovrà essere efficiente sotto il profilo delle risorse e della competitiva, dove non saranno più generate emissioni di gas a effetto serra e la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse. Quindi il Green Deal europeo ha anche l’obbiettivo di fare crescere il benessere e migliorare la salute dei cittadini e delle generazioni future.

Aria, acqua pulita, terreni sani, cibi sani, trasporti ecologici, energia pulita, industria competitiva e tutto ciò che ne segue compongono la buona prospettiva per il futuro europeo che fa spingere i Paesi al ricorso sfrenato delle fonti rinnovabili frenando su quelle fossili.

Ma è necessario rimodulare il percorso da fare perché l’Europa, con il Green Deal, ha fatto il passo più lungo della gamba.

Bruxelles ha imposto una politica sull’energia e sui trasporti largamente fondata sulle rinnovabili, caratterizzate da una produzione intermittente e insostenibile dal punto di vista industriale. Pertanto sarà necessario tornare alla raffinazione del petrolio perché essenziale in termini energetici, poiché l’eolico e il solare da sole non bastano.

Infatti;

  • in un metro quadrato i combustibili fossili possono generare tra 500 e 10.000 Watt. 
  • Il nucleare (fissione) tra 500 e 1000 Watt a metro quadrato. 
  • Il solare tra 5 e 20, anche se “teoricamente” potrebbe raggiungere 100 Watt ma nessuno è riuscito ancora a ottenere questo risultato. 
  • L’eolico in un metro quadrato genera 1-2 Watt.

Questi “pillole” di esempi spiegano il concetto di Densità Energetica. La densità energetica esprime l’energia che possiamo ricavare da una fonte energetica per una data estensione di terreno. Si misura in watt per metro quadrato. 

Paragonando i valori del fossile e dell’eolico/solare possiamo notare quanto siano “deboli”, in termini di densità energetica, le pale eoliche e i pannelli solari rispetto agli idrocarburi. Questo ci fa capire quanto sia difficile sostituirle e quanto in fretta dobbiamo agire per trovare nuove soluzioni

Quindi è essenziale, in termini energetici, rivedere il percorso per il Green Deal, senza cambiare l’obbiettivo ovviamente, ma considerando che questa ottusità politica, economica e scientifica verso la guerra ai combustibili fossili, si scontra con le posizioni che stanno prendendo alcuni Paesi paladini di questa ideologia, come il Regno Unito, che per contrastare gli aumenti vertiginosi dell’energia elettrica e del gas e quindi per sostenere la propria ripresa economica e le imprese,(in Italia nell’ultimo mese oltre  +45% per l’energia elettrica e + 30% per il gas), sta riattivando le centrali a carbone, il che lascia tutto dire….altro che “bla, bla, bla”.

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