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Scivolo pensionistico con il contratto di espansione

Contratto di espansione

In questo momento di particolare incertezza per il futuro, molti lavoratori, soprattutto quelli a cui mancano alcuni anni per potere agganciare la pensione, si stanno domandando, preoccupati, quali possono essere gli strumenti utili per uscire dal mondo del lavoro nel momento in cui la loro azienda dovesse avviare procedure di licenziamenti, oggi bloccati per decreto legge al 30 giugno 2021.

Uno degli strumenti a disposizione delle aziende che per una platea di lavoratori, a cui mancano 60 mesi alla pensione, è il contratto di espansione.

Vediamo in cosa consiste

Con la Circolare n. 48 del 24 marzo, l’INPS fornisce le istruzioni per le aziende che voglio ricorrere al contratto di espansione.

L’obiettivo è facilitare il ricambio generazionale in aziende che avviano programmi di riorganizzazione e innovazione tecnologica e che preveda quindi;

  • un piano di assunzioni di personale in possesso delle competenze necessarie all’impresa per restare competitiva;
  • scivoli per la pensione fino a 5 anni per quei lavoratori che accettano la proposta,
  • riduzione dell’orario di lavoro con accesso alla cassa integrazione straordinaria per i lavoratori che non hanno i requisiti per accedere allo scivolo;
  • un piano di formazione per i dipendenti per cui il personale profilo professionale necessita di aggiornamenti, soprattutto sul fronte tecnologico.

Il contratto di espansione di fatto è una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro che in deroga al blocco dei licenziamenti, consente lo scivolo pensionistico ai dipendenti a cui mancano al massimo 60 mesi per la pensione di vecchiaia o anticipata (5 anni), garantendo loro una indennità mensile, compresa la contribuzione correlata, e pertanto accompagna il lavoratore fino alla maturazione del trattamento previdenziale vero e proprio.

I dipendenti, sono ammessi anche dirigenti e apprendistati di cui all’articolo 41, lett. b) e c), del decreto legislativo n. 81/2015, per i quali si chiede l’esodo anticipato devono essere assunti a tempo indeterminato e devono concordare l’uscita entro il 30 novembre 2021.

Inoltre, a causa dell’emergenza Covid e solo per il 2021, sono inserite agevolazioni per la sua applicazione come il numero minimo di impiegati che l’azienda deve avere in organico che scende da 1.000 a 500 unità, anche 250 in alcuni casi particolari (nelle ipotesi di aggregazione di imprese stabile con un’unica finalità produttiva o di servizi) e non è dovuto il contributo addizionale.

Per accedere al contratto di espansione, le imprese devono avviare una procedura di consultazione finalizzata a stipulare in sede governativa un contratto di espansione con il Ministero del Lavoro e con i sindacati.

Ai fini della stipula del contratto, il Ministero verifica la sussistenza della copertura finanziaria.

Per questo l’accordo deve contenere anche la determinazione delle risorse necessarie per la realizzazione del programma di riconversione, in assenza delle quali non può essere stipulato, successivamente valuta il progetto di formazione e di riqualificazione, nonché il numero delle nuove assunzioni.

Ma come funziona?

Una volta stipulato l’accordo viene data comunicazione all’INPS che certifica, per ogni lavoratore interessato, la prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia o anticipata.

A questo proposito, il datore di lavoro è obbligato a presentare fideiussione bancaria a garanzia della solvibilità delle indennità di cui si fa carico, che è pari al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro e decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di cessazione del rapporto stesso.

Ma non è così scontato, perché le domande per accedere al contratto di espansione, sono accolte fino ad esaurimento fondi:

  • 117,2 milioni di euro per l’anno 2021;
  • 132,6 milioni per il 2022;
  • 40,7 milioni per il 2023;
  • 3,7 milioni per il 2024.

Tuttavia, una volta accettata, al lavoratore viene inviata una comunicazione riportante l’importo, decorrenza e data di scadenza della prestazione, con l’avviso che, per accedere poi alla pensione vera e propria dovrà tempestivamente presentare la relativa domanda.

Infatti, entro la data di scadenza dell’indennità il lavoratore deve fare domanda di pensione secondo le consuete modalità, perchè non è prevista la trasformazione d’ufficio della prestazione in pensione vera e propria.

Una volta che il lavoratore sarà in regime di contratto di espansione e quindi fuoridall’attività lavorativa, riceverà il primo giorno di ciascun mese l’indennità economica che è di 13 mensilità annue.

Tale indennità mensile è assoggettata alla tassazione ordinaria, con applicazione d’ufficio della detrazione per redditi spettante.

Le detrazioni per familiari a carico vengono invece attribuite previa dichiarazione dell’interessato.

Nulla cambia con eventuali redditi da lavoro dipendente, autonomo o professionale: non è infatti prevista dalla legge alcuna incompatibilità con l’indennità mensile, anche in caso di percezione di redditi derivanti dallo svolgimento di attività lavorativa.

Il contratto di espansione è meno costoso per l’azienda rispetto all’isopensione, e per il lavoratore la garanzia della salvaguardia a norma di legge, che nell’isopensione è prevista solo se presente nell’accordo.

Una importante opportunità per le aziende e per i lavoratori interessati, che il gruppo ENI, per esempio, ha utilizzato con la sottoscrizione del contratto di espansione tra azienda, sindacati e governo, e che vede un turn over con l’uscita di 900 persone e 500 nuove assunzioni.

Nella tabela sotto riportata viene mostrato il confronto tra contratto di espansione e Isopensione

ISOPENSIONECONTRATTO DI ESPANSIONE
Aziende interessate Sopra i 15 dipendentiImprese o reti di imprese sopra i 250 dipendenti 
Requisiti prepensionamento7 anni di distanza dalla decorrenza della pensione (fino al 2023) poi 45 anni
Costi per il datore di lavoroPiù costoso: indennità ponte + contribuzione calcolata sulla retribuzione degli ultimi 48 mesiMeno costoso: solo indennità ponte  verso la pensione di vecchiaia indennità +  (contribuzione – valore della naspi) verso la pensione anticipata per 2 anni poi indennità + contribuzione
AdempimentiAccordo sindacaleAccordo sindacale in sede governativa
Tutela per i lavoratori da modifiche normative futureSalvaguardia solo se prevista nell’accordoSalvaguardia a norma di legge

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