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NormalitAST

Io cammino su una corda tesa, L'equilibrio ormai mi aiuta a vivere.

Come me tutti coloro che varcano i cancelli di Ast ogni giorno, vivono una realta’ gia di per se’ molto particolare. Ci si confronta rispetto l’esterno, con una normalità, passatemi il termine “starata“. Cosa significa? Semplicemente che un operaio Ast si misura ad esempio, con capannoni enormi ripetto la norma nei quali viaggiano carriponte con portate a dir poco “imbarazzanti” per quanto elevate, gli stesi che movimentano pezzi lunghi 10 metri, magari per lavorarne 2 centesimi di millimetro, come per le temperature, comunque superiori al migliaio di gradi, necessarie nelle lavorazioni degli acciai.

In questo contesto ormai da oltre un anno si è insidiato ovviamente anche il covid, questo maledetto virus che ci sta facendo abituare ad una strana “solitudine”. Ci ha tolto anche quel minimo di socialita’, fosse anche solo il proposito di prendere un caffe’ insieme per la pausa, ora invece, a causa della chiusura dei distributori automatici non si ha nemmeno quello. Mi viene in mente il semplice gesto di darsi il “5” o stringersi la mano, ormai diventato impensabile, figurarsi un abbraccio!

A tutto cio’ si aggiunge la costante incertezza del futuro, vendita o non vendita e le informazioni contrastanti che ci girano intorno ogni giorno; Poca chiarezza sulla produzione, da una parte la richiesta di lavorare su base volontaria il giorno di Pasquetta, che lascia intendere ci sia necessita di un surplus di produzione, dall’altra si contrappongono fermi produttivi, come per gli impianti di colaggio, fatto che implica fermi successivi, in cascata, per il resto della filiera produttiva.

Per carita’ il momento è quello che è.. sia dentro che all’esterno della fabbrica, spostamenti giustificati, socialità ridotta ai social network, scuole in DAD e quant’altro, che sicuramente acutizzano questo senso di solitudine.

Ecco appunto è in questo contesto che si muove un operaio Ast, con o senza Covid, sempre in bilico su una fune, questo mi ricorda una canzone che faceva..

Io cammino su una corda tesa, L’equilibrio ormai mi aiuta a vivere.

Racchiudo qui il mio utopico auspicio .. Che bella sarebbe… un po’ di Normalita’!!

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