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“Scivolo” Brunetta bocciato..

L’ipotesi prevedeva di incentivare i dipendenti pubblici ad andare in pensione a 62 anni soprattutto coloro i quali non avessero più i requisiti professionali con quelli che si stanno designando nella pubblica amministrazione.

Con la sostanziale bocciatura, da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione, per lo scivolo Brunetta ritorna lo spettro legge Fornero all’orizzonte per i dipendenti pubblici, mentre è plausibile che l’ipotesi scivolo rimanga per il privato.

La posizione presa dall’ente si legge tra le righe della nota ufficiale;

“Nelle linee programmatiche presentate alle Camere il 9 marzo scorso c’era soltanto un richiamo alle necessità di ricambio generazionale nella Pubblica amministrazione e all’ipotesi di un meccanismo volontario di incentivi all’esodo, riferito peraltro solo a casi di dipendenti vicini all’età pensionabile o con professionalità non adeguate a cogliere la sfida dell’innovazione tecnologica”.

Si spengono, almeno per il momento, quindi gli entusiasmi per coloro che speravano in una agevolazione per l’uscita dal mondo dal lavoro nel pubblico impiego a favore di un turnover generazionale.

L’ipotesi prevedeva di incentivare i dipendenti pubblici ad andare in pensione a 62 anni soprattutto coloro i quali non avessero più i requisiti professionali con quelli che si stanno designando nella pubblica amministrazione.

Sul versate del settore privato, è stato potenziato il contratto di espansione per il 2021 che prevede la stipula con il Ministero del Lavoro e le associazioni sindacali e con cui si chiede ai dipendenti interessati, assunti a tempo indeterminato, l’esodo anticipato entro il 30 novembre 2021 e rimane in vigore la possibilità per le imprese di stipulare accordi di isopensione, un incentivo all’esodo pagato dall’azienda, che copre stipendio e contributi fino a maturazione della pensione vera e propria, ottenendo un vantaggio in termini di ricambio generazionale, prorogato al 2023 dalla Legge di Bilancio 2021.

Altra ipotesi che si prospetta è l’introduzione di Quota 41, ma è solo un ipotesi che un giorno viene avanzata e l’altro bocciata.

Tutto ciò mentre sullo sfondo del “quadro” delle ipotesi, aleggia l’imminente riforma degli ammortizzatori sociali del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che dopo il Pacchetto di misure nel Sostegni bis sta lavorando su ulteriori meccanismi incentivanti per il ricambio generazionale, con conseguente possibilità di pensione agevolata.

Quindi nessuna novità concreta per ora, mentre lo scalone dei 5 anni che si presenterà per effetto della riforma Fornero, fino ad ora “congelato” da quota 100 in fase di smantellamento, rimane solido al suo posto.

Tra scivoli, altalene e salti di corda un solo pensiero è unanime tra i lavoratori, cosa possa accadere con le pensioni dopo la fine di Quota 100…

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