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Siamo un paese strano

Mentre i prezzi di nichel, palladio e platino continuano a correre, i mercati della siderurgia, dell'automotive e non solo, sono stati travolti dalle conseguenza della guerra e delle sanzioni.

Il continuo crescere dei prezzi delle materie stanno incidendo sul sistema economico industriale del nostro Paese. Le aziende, soprattutto quelle energivore come le acciaierie, impossibilitate a contrastare i giornalieri aumenti dell’energia elettrica e del gas e a compensare le scarse forniture dei minerali, si avviano verso una riduzione o al fermo della loro produzione. Questi sono i primi effetti della crisi Russia-Ucraina con relative sanzioni nei confronti della Russia.

L’Italia, per quando riguarda il mondo siderurgico, è il principale mercat, in Europa, per l‘export siderurgico ucraino, il 50,5% per le materie prime e il 74,5% per i semilavorati. Se consideriamo anche le importazioni dalla Russia, 5,5 milioni di tonnellate tra ghisa, rottame, bramme, il giro d’affari si assesta a circa 3 miliardi di euro.

Pertanto, quello che stiamo vivendo è un momento molto delicato per l’industria Europea e ancora di più per il nostro Paese grande importatore di materie prime.

L’impennata del prezzo del Nichel, metallo utilizzato in svariate produzioni industriali, dalla produzione di acciaio inox alle batterie per le auto elettriche e di cui la Russia è il terzo produttore al mondo, (ma anche di palladio, cobalto e metalli rari), è esploso del 250 % sfondando il tetto di 100 mila dollari a tonnellata! Condizione per cui il London Metal Exchange, la borsa dei metalli non ferrosi più importante del mondo, ha sospeso le quotazioni del Nichel per “eccesso di rialzo”.

Sono a rischio le forniture di platino e palladio, utilizzati nel settore automobilistico per i convertitori catalitici e di cui la Russia produce il 43,9% del palladio e il 14,1% del platino del mondo. Il neon, elemento fondamentale per la produzione di semiconduttori (la Russia ne è uno dei principali esportatori). Questa incertezza sulla riduzione delle forniture, fondamentali per il settore industriale con i prezzi “impazziti” al rialzo, fanno crescere il timore che si verifichi ciò che è accaduto all’economia mondiale nel 2021 a causa dei Lockdown per il Covid-19.

Per non parlare delle forniture di GAS e petrolio, per cui ora l’Europa paga alla Russia circa 800milioni di euro al giorno!

Ma non solo il sistema siderurgico è in allarme, l’aumento del prezzo del grano di cui la Russia è un importante esportatore, sta incidendo molto sull’industria agroalimentare.

Questa condizione, non più sostenibile, sta spingendo molte imprese del Nord Italia ad ipotizzare il ricorso agli ammortizzatori sociali e sospendere la produzione. Tale situazione di approvvigionamento, se dovesse peggiorare, potrebbe allargarsi ad altre imprese e settori presenti sull’intero territorio nazionale.  

Infatti, tutti questi aumenti, tradotti nella produzione industriale, di alcuni materiali, come l’alluminio, passato in sei mesi da 2500 dollari alla tonnellata a 3900 dollari, i rincari dell’elettricità che incide per 200 euro tonnellata di acciaio, contro i 30-60 euro di sei mesi fa e del gas stanno gravando, in negativo, i bilanci. 

Se la carenza e i costi delle materie prime sono il nuovo incubo dell’industria europea lo è anche per il fabbisogno italiano che rende l’Italia un Paese strano, perché importiamo ed esportiamo molto, siamo il secondo Paese produttore in Europa dopo la Germania ed esportiamo il 50% di quanto produciamo per un giro d’affari di 7-8 miliardi di euro. Ma a livello energetico e delle materie prime, siamo totalmente dipendenti dall’estero e quindi facilmente vulnerabili. Soprattutto  quando parliamo di sanzioni verso alcuni Paesi e mercati.

Questa condizione ad alto rischio rende ovvia la necessità di un piano nazionale per la siderurgia, ma non solo, che affronti il tema dell’approvvigionamento energetico e delle materie prime. Un tema sollecitato già con il termine della pandemia, dove la ripresa economica (post-pandemica) aveva determinato un aumento dei prezzi delle materie prime dovute alla loro scarsa reperibilità sul mercato. Un tema, quello del piano nazionale dell’approvvigionamento energetico, più che mai attuale e che non può più essere rimandato…come anche quello siderurgico.

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