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Assegno Unico figli e busta paga, deluse le aspettative di molti…

Dall’analisi dell’Associazione Consulenti del Lavoro, il meccanismo di calcolo è basato su informazioni che non sono in grado di misurare correttamente la ricchezza reale dei nuclei familiari con figli a carico. 

I primi importi ricevuti nel conto corrente dei lavoratori richiedenti l’assegno unico, hanno generato forti delusioni, perché risultati penalizzati rispetto alle iniziali aspettative.

Infatti, l’Assegno Unico, ha portato fuori dalla busta paga detrazioni e agevolazioni per figli a carico con un impatto “negativo” almeno in fase di prima applicazione della misura. Tanto è vero che in tanti ci si domanda se sia stato opportuno eliminare misure che per anni hanno caratterizzato, su parametri di natura reddituale, i sussidi alle famiglie, soprattutto in un momento di crisi economica.

Secondo una prima analisi dell’Ass. Consulenti del Lavoro, sono in buona sostanza i due estremi della platea dei percettori a trarne benefici:

  • le famiglie numerose con ISEE molto basso
  • le famiglie con redditi così alti da non aver mai goduto neppure degli ANF (Assegni al nucleo familiare).

Dall’analisi dell’Associazione, il meccanismo di calcolo è basato su informazioni che non sono in grado di misurare correttamente la ricchezza reale dei nuclei familiari con figli a carico. 

I punti deboli della riforma delle misure per la genitorialità si possono evidenziare attraverso alcuni esempi.

  • Genitori coniugati, due figli minori di 3 anni. Con moglie a carico ed ISEE di 6.400 euro, un lavoratore prende un Assegno Unico di 350 euro invece che ANF da 199 euro e detrazioni per 125 euro, dunque guadagna circa 25 euro in più al mese, ma rispetto al 2021 perde 50 euro perché non gode più della maggiorazione ANF (37,50 per ogni figlio) prevista lo scorso anno.
  • Convivente con un figlio maggiore di 3 anni ed ISEE di 11.537 euro. Si prende un Assegno Unico di 205 euro, guadagnando rispetto al 2021 circa 13 euro considerando le maggiorazioni ANF 2021, circa 50 euro senza considerarle.
  • Genitori coniugati, quattro figli di cui uno oltre i 3 anni. Con moglie a carico ed ISEE di 24mila.900 euro, si prende un Assegno Unico di 716,60 euro, andando a perdere oltre 250 euro rispetto al 2021, oltre 100 euro anche senza considerarle.
  • Madre separata, due figli maggiori di 3 anni ed ISEE di 15.298 euro. L’Assegno Unico è pari a 410 euro, importo inferiore ai 490 euro precedenti, che erano giunti ad essere addirittura 565 euro nel 2021 grazie alle maggiorazioni.
  • Genitori coniugati, due figli maggiori di 3 anni. Con moglie a carico e reddito di 98.258 euro, adesso guadagna circa 80 euro in più rispetto alle sole detrazioni prima fruite (non accedendo agli ANF per via dell’alto reddito).

Sebbene la riforma preveda, per la prima volta, che anche i lavoratori autonomi con figli minorenni percepiscano l’Assegno Unico, la sua partenza non è stata delle migliori.

Il punto cruciale che la riforma dovrà sicuramente rivedere e tenere conto, riguarda la casa di proprietà e i risparmi familiari che certamente non sono sintomo di lusso e di ricchezza, ma solo risultati di grandi sacrifici personali soprattutto i questi ultimi anni. 

Pertanto, per eliminare “luci e ombre” sull’Assegno Unico è necessario introdurre, urgentemente, dei correttivi che tengano in maggiore considerazione la conformazione delle famiglie italiane. Solo in questo modo la riforma potrà dimostrare tutto il suo potenziale scopo che è quello di sostegno massimo alla genitorialità…cosa che attualmente non è così

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