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“Bisogna distruggere fisicamente i centri di potere che si vuole cambiare”

Ma è davvero questo il paese in cui vogliamo vivere e lavorare?

Con questo articolo siamo a sottolineare la bellezza del lascito che permette la stampa, da qualche giorno siamo venuti a conoscenza di un articolo (qui), scritto circa 5 anni fa da Michele Azzu noto giornalista freelance che scrive per l’espresso e Fanpage.it.

Nell’articolo Azzu riporta in calce, l’intervento dell’ AD di Enel Francesco Starace durante una lezione all’ università LUISS di Roma, scuola che di fatto forma la nuova classe dirigente del nostro paese; Il giornalista offre considerazioni ed approfondisce l’intervento facendo riferimento alla possibile provenienza e contrapponendolo ai giorni di quel ormai lontano 2016.

Noi ci limiteremo a riportarvi le parole dell’ AD di Enel, proprio come le abbiamo trovate nell’articolo di Azzu, senza commentarle, visto che probabilmente non ne saremmo neanche in grado; Vogliamo altre-sì suscitare in voi, spunto di riflessione e porvi due semplici domande;

In riferimento al malumore contestato oramai da moltissimi all’interno della nostra azienda, questo atteggiamento ha portato, porta o porterà vantaggi in un azienda come AST?

Ed inoltre, proprio come conclude l’articolo Azzu:

Ma è davvero questo il paese in cui vogliamo vivere e lavorare?

Di seguito l’intervento, buona lettura:

“Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perchè alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile”.

AD di Enel Francesco Starace
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