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Non Contiamo più un Ca..lcio

Situazione generale dello sport in Italia

Chiamatelo effetto pandemia, crisi, cambio generazionale, dategli l’aggettivo che ritenete opportuno, ma i fatti parlano chiaro.
Nascondere i deludenti risultati dello sport italiano in generale, dietro alla tragica pandemia, non è corretto.
Già da prima che si scatenasse il virus i risultati dello sport italiano sono da ritenersi scadenti.
Ora facciamo un piccolo escurxus che ci darà conferma dello stato attuale dello sport in Italia.

Calcio, mai come in questi ultimi anni, abbiamo assistito a campionati di serie A e non solo, di una scadenza imbarazzante, dimostrazione di ciò, è che tutte le squadre che si qualificavano per le varie coppe, venivano e vengono sistematicamente eliminate.
Un imbarazzante confronto con squadre che magari, schieravano giocatori per li più sconosciuti.
Che sia arrivato il momento di investire nelle scuole calcio, come fanno nel resto d’Europa?
Riformare un mondo calcio che, ha letteralmente bruciato giovani promesse, per favori pseudo o presunti tali fenomeni dai cognomi impronunciabili.

Ciclismo.. una volta era “italiano”, dove sia nelle corse in linea che a tappe, schieravano degli autentici dominatori, Rebellin, Bettini, Cipollini, Bartoli, Cunevo, Ballan, Pantani, Garzelli, ecc ecc.
In questo caso le decisioni venute dall’alto cioè dall’ UCI, hanno fortemente penalizzato le squadre italiane che da autentiche forge di campioni, si sono ritrovate pian piano ridimensionate per poi chiudere i battenti.
Purtroppo constatiamo la totale presa di posizione di FCI, che invece di salvaguardare il movimento ciclistico italiano, non ha fatto valere un peso non di poco conto.
Un movimento quello italiano in notevole difficoltà, dove in maniera insensata si investe per corse cicloamatoriali e non su gare per le categorie giovanili, juniores, dilettanti ed elite.
Scelte dettate da una logica di ritorno economici immediati e non a lungo termine come per le categorie che “contano”.

Atletica leggera.. tolto qualche raro caso recente, si soffre una mancanza cronica di impianti sportivi e giovani atleti da fare crescere.
Nonostante il lodevole impegno di molte associazioni sportive, la nostra atletica leggera non riesce a mettere la testa fuori. Manca quell’anello di giunzione tra scuola e sport che invece di essere alimentato e tenuto sempre acceso, ad ogni riforma della scuola è stato depauperato.
Oggi viviamo di pochi singoli casi che emergono con tanta fatica e poca considerazione.

Pallavolo.. mi ritorna in mente Zorzi, Lucchetta, Bernardi, ecc ecc.
Praticamente è un copia e incolla delle situazioni menzionate in precedenza.
Bisogna ripartire dalla scuola, crescere giovani pallavolisti, creando un percorso condiviso tra scuola e sport……vedi estero.

Potremmo continuare, ma sinceramente già fa’ male così abbastanza, vedere e constare quello che eravamo e non siamo più.
Da troppo tempo si parla di riforma dello sport, ma non si capisce cosa si possa intendere per riforma.
Si soffre di uno squilibrio economico, che stà distruggendo i così detti sport “minori”. Il calcio, fagocita circa 80%,restituendo praticamente il nulla, essendo un mondo a parte, circolare a se stesso, dove addirittura si è leggiferato per salvare chi avrebbe dovuto pagare.
Allora che riforma sia, ma non ci sembra che si tocchi il reale problema che affligge lo sport italiano.
Si cerca di curare il sintomo e non la malattia e in questo modo non se ne esce.
Nel frattempo……non contiamo più un ca..lcio!!!

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